Dopo una lunga indagine, i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Palermo hanno individuato in quattro banche del Principato di Andorra (aggrappato sulle montagne dei Pirenei, ancora per poco paradiso fiscale tra Spagna e Francia) un altro tesoro delle tre eredi di Ezio Brancato, il patron della “Gas spa”, l’impero economico che fra gli anni ’80 e ’90 ha metanizzato la Sicilia all’ombra di Cosa nostra. Nel gennaio 2004 la società era stata venduta alla multinazionale spagnola Gas Natural per oltre 115 milioni di euro, di cui circa 47 milioni pagati alla moglie e alle due figlie di Brancato. Per la prima volta, le autorità del Principato hanno collaborato con la magistratura italiana, permettendo così di svelare altri segreti della società che sarebbe stata pilotata dall’ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino e dal boss Bernardo Provenzano. Due mesi fa, ad Andorra, sono arrivati in gran segreto il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e il colonnello Francesco Mazzotta, il comandante del nucleo di polizia tributaria di Palermo. Su alcuni conti correnti sono stati trovati un milione e 400 mila euro. Nelle cassette di sicurezza, 90 mila euro in contanti e gioielli per 70 mila euro. Un tesoretto che Maria D’Anna e le figlie Monia e Antonella avrebbero nascosto in tutta fretta mentre nel maggio 2013 scattava per loro un maxi sequestro da 48 milioni di euro. Le eredi Brancato avevano provato a salvare qualcosa, con l’aiuto dei soliti immancabili prestanome. Ma le tracce sono comunque emerse e non sfuggite agli investigatori del Gico, il gruppo antimafia del nucleo di polizia tributaria. Adesso, il tesoretto è sotto sequestro, il provvedimento è del giudice delle indagini preliminari, le tre donne sono indagate dai pubblici ministeri Siro De Flammineis e Gaspare Spedale per trasferimento fraudolento di valori e per riciclaggio nel Principato di Andorra. (fonte: la Repubblica)