Spagna tra i 5 Paesi che nel 2015 hanno segnalato più prodotti pericolosi. In testa giocattoli e abbigliamento

allarme rapido in cifreLa Commissione europea ha pubblicato i risultati del Sistema di allarme rapido europeo relativi al 2015, da cui risulta che lo scorso anno sono stati notificati in Ue più di 2.000 prodotti pericolosi. Come nell’anno precedente, anche nel 2015 le categorie di prodotti che hanno ricevuto il maggior numero di notifiche sono i giocattoli (27%) e l’abbigliamento, i prodotti tessili e gli articoli di moda (17%). Choice of clothes of different colorsPer quanto riguarda la tipologia di rischio segnalato, il dato più consistente riguarda il rischio chimico (che interessa il 25% del totale delle notifiche), seguito dal rischio di infortuni (22%), che risultava in cima all’elenco nella precedente relazione.Press conference by Vĕra Jourová on the 2015 Annual Report on the Rapid Alert System I rischi chimici più frequentemente notificati nel 2015 riguardano i prodotti di bigiotteria, per la presenza di metalli pesanti nocivi quali nichel e piombo, e i giocattoli contenenti ftalati, prodotti chimici aggiunti alle materie plastiche per migliorarne la flessibilità e la modellabilità, che possono causare problemi di fertilità. tessile (2)Cinque Paesi Ue – Spagna, Ungheria, Germania, Regno Unito e Bulgaria – hanno presentato quasi la metà di tutte le notifiche di prodotti pericolosi nel 2015. La maggior quota della merce segnalata presso il sistema proviene da paesi extra-Ue, in primis dalla Cina, con una quota del 62% (1.262) dei prodotti notificati. Per i prodotti di origine europea sono state presentate 313 notifiche (il 15% del totale), tra cui 63 per prodotti di origine tedesca, 46 per merce proveniente dal Regno Unito, 35 per prodotti di origine italiana e 34 per prodotti provenienti dalla Polonia.

Dal 2003, il Sistema di allarme rapido dell’Ue assicura che le informazioni sui prodotti non alimentari pericolosi ritirati dal mercato e/o soggetti a richiamo, ovunque in Europa, vengano rapidamente fatte circolare tra gli stati membri e la Commissione europea. In tal modo, le autorità competenti dei diversi paesi Ue possono prendere appropriate misure di tutela, quali divieto o blocco delle vendite, ritiro dal mercato, richiamo o rifiuto di importazione (fonte: Euractiv.it)

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