Troppi errori a Venezia, chiesti i danni a Calatrava

È stata notificata all’architetto catalano Santiago Calatrava la citazione in giudizio per 3,8 milioni di euro di danni all’Erario italiano relativi alle pecche e ai “macroscopici errori” nella progettazione del Ponte della Costituzione a Venezia, inaugurato nel 2008. Il processo inizierà il 13 novembre prossimo. I 3 milioni 886mila euro chiesti a Calatrava dai giudici contabili sono la somma che il Procuratore della Corte dei Conti del Veneto, Carmine Scarano, ha calcolato per i danni erariali direttamente imputabili alle carenze progettuali del quarto ponte sul Canal Grande, conosciuto con il nome del suo ideatore. Del quarto ponte sul Canal Grande si iniziò a parlare già nel 1996, per arrivare all’approvazione definitiva da parte del Comune di Venezia nel 2001. Servirono poi altri sette anni perché la struttura vedesse la luce. Ricostruire la mappa dei ponti e delle passerelle firmate e costruite da Santiago Calatrava significa fare il giro del mondo. Da Barcellona a Buenos Aires, da Dublino a Dallas, da Venezia a Israele. L’ultimo ponte nato con il marchio Calatrava è a Calgary in Canada e sarà inaugurato sabato 24 marzo. Solo poche settimane fa un altro era stato aperto in Texas, a Dallas. Una ricca collezione di sculture che si ritrova tra le pagine dei libri di architettura ma che non ha lasciato indifferente la cronaca giornalistica: troppi i ponti firmati dall’archistar catalana che sono costati molto di più di quanto si era previsto inizialmente, numerose anche le opere oggetto di polemica per il degrado dei materiali. I ponti come sintesi di architettura e ingegneria, ma non solo. I ponti di Calatrava non hanno molta fortuna: con la pioggia e il gelo si scivola sul ponte della Costituzione di Venezia ma anche sulla passerella Zubi-zuri di Bilbao (in dieci anni si stima si siano spesi 250mila euro per risistemare la pavimentazione in vetro). Proprio a Venezia si sono scatenate le polemiche per tante questioni, non ultima quella pro o contro l’ “ovovia” che consentirebbe ai disabili di oltrepassare il ponte che collega Piazzale Roma con la stazione ferroviaria (ma a costo zero, i portatori d’handicap possono da sempre passare da una zona all’altra con un vaporetto). A Gerusalemme residenti e ambientalisti si sono scatenati contro i ritardi (sei anni dopo il previsto), e l’eccessivo costo del ponte (55milioni) che diversamente dalla altre tante strutture di Calatrava non collega due rive ma oltrepassa un fiume di traffico veicolare. Ritardi e costi aumentati anche per il nuovissimo Margaret McDermott Bridge pronto a Dallas (87milioni).Quando si fa il nome di Calatrava il cliente è certo di portare a casa una struttura avveniristica, ma la statistica dimostra che la firma catalana ha inevitabili ricadute sui tempi e sul portafogli. A Venezia sono costate molto le varianti e la gara d’appalto, e la partita non è ancora chiusa. E anche il nuovissimo ponte canadese, un attraversamento pedonale realizzato con un sistema di eliche circolari rosse, con una sezione inferiore ai 7 metri per poter stare entro i limiti consentiti dal vicino eliporto e dagli alti livelli dell’acqua e del ghiaccio dei fiume Bow che passa sotto il ponte, è sotto i riflettori per l’aumento dei costi (da 19 a 23 milioni) e per i 15 mesi di ritardo nella consegna. Calatrava ha progettato tanti ponti in tutto il mondo e quasi sempre senza partecipare ad una gara. Così anche l’Italia lo ha chiamato direttamente sia per il ponte di Venezia (12 milioni) che per i tre ponti di Reggio Emilia (47 milioni). Da tempo si annuncia un suo nuovo ponte anche a Cosenza ma, seppur appaltato all’impresa, il ponte è congelato per assenza di finanziamenti. (fonte: Il Sole 24 Ore)

 

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>