I cittadini europei che presentano una domanda di lavoro o d’iscrizione all’università in un altro Stato membro dell’Ue avranno presto la vita più semplice: la plenaria dell’Europarlamento ha approvato a larghissima maggioranza (573 voti a favore, 62 contrari e 44 astensioni) una nuova normativa che prevede il taglio dei costi della burocrazia, facilitando il riconoscimento transfrontaliero di certificati e documenti pubblici. La legislazione, che deve ancora ricevere il via libera definitivo del Consiglio Ue, mira a facilitare la libertà di movimento sia per i cittadini che per le imprese, che oggi possono spendere fino a 30 euro a pagina per la traduzione certificata dei documenti.”La normativa ridurrà la burocrazia e rimuoverà un altro ostacolo verso la realizzazione di un’Unione europea senza frontiere”, ha affermato la relatrice tedesca Bernhard Rapkay (S&D). La proposta di legislazione approvata da Strasburgo riduce sensibilmente il numero di documenti per cui è necessaria una traduzione certificata e stabilisce, ad esempio, che le autorità nazionali dovranno accettare traduzioni non ufficiali di attestati scolastici, diritti di proprietà intellettuale o di certificati di residenza e matrimonio. In caso di ”dubbi ragionevoli”, le autorità potranno verificare l’autenticità del documento direttamente con il Paese membro interessato, utilizzando l’esistente Sistema d’informazione del mercato interno (Imi). (fonte: Ansa Europa)
A me piace molto l’approccio di Focus al nepotismo nell’università italiana: finalmente una ricerca seria senza luoghi comuni: http://www.focus.it/scienza/nepotismo-l-accademia-italiana-non-ne-e-immune_C12.aspx