Viveracqua in Veneto: bilancio positivo e si guarda al Friuli

“Ottenere risparmi ed offrire un servizio migliore ai nostri utenti grazie ad una società che non costa nulla ai cittadini perché chi vi lavora lo fa a titolo gratuito rappresenta sicuramente un motivo di  orgoglio e mi auguro possa diventare un riferimento per altre società anche al di fuori dei confini veneti. Viveracqua rappresenta una novità a livello nazionale nel panorama delle public utilities e di questo dobbiamo essere grati alla lungimiranza del Sindaco di Verona Flavio Tosi che già diversi anni fa aveva ideato questo struttura aziendale”. Così Massimo Mariotti, presidente di Acque Veronesi ( a sinistra nella foto) ha aperto l’Assemblea dei Soci di Viveracqua. Un risultato economico al di sopra delle attese quello ottenuto dalla società nata da un progetto avviato nel giugno del 2011 su iniziativa di Acque Veronesi e Acque Vicentine. A poco più di un anno e mezzo dalla sua costituzione, la società consortile a capitale interamente pubblico, nata dalla “fusione” tra  i più importanti gestori del servizio idrico integrato del Veneto ha approvato  il bilancio di esercizio 2012, ratificato dall’assemblea dei soci costituita dai 5 gestori che fanno parte del progetto, ovvero: Acque Veronesi (la società con il più alto capitale sociale, il 46,88%), Acque Vicentine, AltoVicentino Servizi, Centro Veneto Servizi, e Acque del Chiampo. Una vera e propria “rete” regionale dell’acqua, nata con lo scopo di creare sinergie e gestire in comune molteplici fasi amministrative e operative del servizio idrico nei territori veronesi, vicentini e successivamente anche nelle province di Padova e Treviso. Viveracqua, che non ha scopo di lucro e, nell’ambito di quanto stabilito dall’art. 2602 del Codice Civile, ha per oggetto la prestazione e l’erogazione ai soci consorziati di servizi, ha un capitale sociale di 39 mila euro e ha chiuso l’esercizio 2012 con un dato in pareggio e senza nessuna perdita di natura economica. La vastità e importanza del territorio coperto (un bacino d’utenza complessivo di 299 Comuni e circa 2 milioni e 200 mila abitanti),  la complessità della materia, anche alla luce dello scenario legislativo in materia sempre in mutamento, ed il generale momento di difficoltà economica che attraversa il panorama nazionale non hanno frenato l’ampliamento della società. L’obbiettivo in un breve futuro è quello di allargare il “network idrico” anche oltre il Veneto, in Friuli Venezia Giulia. Sono già avviati i colloqui con le società friulane. Un loro ingresso in Viveracqua porterebbe ad un totale di quasi 3 milioni di cittadini e 435 comuni serviti nelle 2 regioni.

 

 

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