In Europa sono rimasti solo cinque paesi (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania) a coltivare Ogm, con 129mila ettari di mais transgenico piantati nel 2012, una percentuale irrisoria della superficie agricola comunitaria. E’ uno degli aspetti emersi dal Rapporto del Servizio Internazionale per l’acquisizione delle applicazioni nelle biotecnologie per l’agricoltura (ISAAA) sullo Status globale della commercializzazione di coltura biotech/Ogm.In Europa si conferma l’opposizione alla diffusione del transgenico in agricoltura. La maggioranza degli Stati membri, in primis l’Italia, vuole difendere le proprie produzioni territoriali da possibili contaminazioni con le colture geneticamente modificate, vista anche la forte contrarietà da parte dei consumatori (il 71% degli italiani non vuole il cibo transgenico secondo un’indagine Coldiretti/Swg) ad acquistare tali prodotti. Essere liberi dagli Ogm rimane, infatti, una leva importante per posizionare i nostri prodotti ad un livello di maggiore interesse nel panorama economico mondiale. A livello globale il transgenico si afferma tra i paesi in via di sviluppo mentre diminuiscono i paesi industrializzati che si rivolgono a questo tipo di colture. Gli Stati Uniti continuano ad essere leader nella produzione di coltivazioni geneticamente modificate, con 69,5 milioni di ettari. Tra i paesi in via di sviluppo, i 5 leader nel biotech sono la Cina, l’India, il Brasile, l’Argentina ed il Sud Africa, che coltivano il 46% delle colture biotech globali (78,2 milioni di ettari). Due nuovi paesi hanno piantato colture biotech per la prima volta nel 2012, si tratta del Sudan (cotone Bt) e di Cuba (mais Bt). (fonte: Coldiretti.it)