C’è una “lista Falciani” ancora segreta con i nomi di migliaia di presunti evasori fiscali italiani. Gli elenchi sono custoditi a Madrid e sono nelle mani della magistratura spagnola: secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, contengono le identità degli italiani titolari di conti correnti nelle filiali di Montecarlo, del Lussemburgo, di Lugano, di Zurigo e delle Isole della Manica (Jersey e Guernsey) della Hsbc Private Bank rimasti fino a oggi nell’ombra. In tutto si tratta di oltre 120mila conti di presunti evasori italiani e di altri Paesi. Nella primavera del 2010 le autorità francesi spiega Angelo Mincuzzi a pagina 4 del Sole 24 ore – consegnarono alla Guardia di Finanza e alla procura di Torino solo i nomi dei clienti italiani (e nemmeno tutti, come vedremo) della sede di Ginevra del colosso bancario britannico, nomi trovati in un computer sequestrato all’ex dipendente della Hsbc, Hervé Falciani. Dei file delle altre filiali nessuno sospettava l’esistenza. (…) Dell’esistenza dei file mancanti era al corrente da tempo anche la procura di Torino, che ha cercato invano di venirne in possesso. Era stato lo stesso Falciani a svelarne l’esistenza ai magistrati piemontesi nel corso del suo interrogatorio, avvenuto in totale segretezza, nel 2010. Ma poi il materiale non è mai stato consegnato ai pm torinesi. Secondo le fonti del Sole 24 Ore, però, quei nomi (o almeno una parte di quei nominativi) sarebbero stati visti, in quello stesso 2010, da alcuni investigatori italiani. Chi ha avuto modo di analizzare quella lista parla della presenza, tra gli altri, di uomini vicini ad ambienti politici del centro-destra e al Vaticano, tra i quali anche un banchiere, e racconta di ingenti flussi di denaro che transitavano attraverso i conti monegaschi per approdare poi in Lussemburgo, paese dove potrebbero trovarsi ancora. La nuova “lista Falciani” è in realtà una massa grezza di informazioni ancora da analizzare. I nomi dei presunti evasori fiscali si trovano infatti all’interno di un calderone di migliaia di file relativi a 121.452 conti correnti accesi da clienti di varie nazionalità a Monaco (in tutto 15.488), Lussemburgo (13.512 conti), Zurigo (13.482), Lugano (8.071), Guernsey (8.593) e Jersey (5.306), oltre a 53.642 conti a Ginevra. Ci sono anche conti intestati a trust nelle Isole vergini britanniche e a società della Hsbc a New York e in Gran Bretagna. Il materiale è stato ottenuto lo scorso anno dalle autorità spagnole e su queste nuove informazioni sta lavorando personalmente Hervé Falciani, che in questi mesi fa la spola tra Madrid e Parigi. I due paesi hanno deciso di puntare su di lui per rendere più incisiva la lotta all’evasione fiscale internazionale. Falciani conosce perfettamente i meccanismi attraverso i quali le banche e i gestori di patrimoni riescono a portare nei paradisi fiscali il denaro sottratto al fisco e può dunque spiegare in che modo rendere le indagini più incisive. È quello che sta facendo in Francia, dove da qualche mese collabora ufficialmente con il ministero delle Finanze a Bercy e dove è stato più volte ascoltato dal giudice Van Ruymbeke. Ed è ciò che sta facendo anche in Spagna. Qui la collaborazione con la magistratura è iniziata quando l’ingegnere informatico italo-francese era ancora rinchiuso nel carcere di Madrid dopo essere stato arrestato a Barcellona nell’estate 2012 su richiesta della magistratura svizzera. (…) Sembra strano, ma soltanto l’Italia ha rinunciato ad avvalersi della collaborazione di Falciani. Eppure le inchieste sui nomi contenuti nella lista dei clienti ginevrini della banca sono sparse in decine di procure sul territorio nazionale. L’Italia ha sottovalutato sin dall’inizio l’importanza di questo materiale. Fonti interpellate dal Sole 24 Ore in Francia, Spagna e Italia hanno rivelato che i servizi di informazione italiani furono i primi a essere contattati da Falciani nel 2008, quando l’allora responsabile dei sistemi informatici della Hsbc Private Bank si rese conto delle falle che permettevano di impedire la tracciabilità dei soldi depositati nella banca. Ma gli italiani rimasero immobili per troppo tempo e alla fine furono i francesi a mettere per primi le mani sul materiale trafugato. La procura di Torino è stata l’unica a rendersi conto dell’importanza di quei file (e infatti è stata finora la sola ad aver avuto un contatto con Falciani) eppure lo scorso aprile, nella sua testimonianza davanti ai giudici della Audiencia Nacional di Madrid che hanno poi negato l’estradizione di Falciani in Svizzera, l’ex procuratore di Nizza, Eric de Montgolfier, ha raccontato di aver offerto nel 2010 ai magistrati torinesi tutto il materiale sequestrato nel pc dell’ex dipendente della Hsbc: materiale relativo a clienti di 183 paesi di tutto il mondo. Ma i pm piemontesi, ha aggiunto de Montgolfier, rifiutarono l’offerta e portarono in Italia soltanto i file dei correntisti italiani. Secondo le informazioni raccolte dal Sole 24 Ore, la conseguenza è stata che migliaia di italiani sono sfuggiti alle indagini della magistratura e del fisco. Il motivo è semplice. Tra i correntisti della Hsbc di Ginevra la comunità più numerosa era, stranamente, quella brasiliana. Conteggiando anche i clienti argentini si arriva a circa 15mila conti correnti intestati a cittadini dei due paesi sudamericani. In realtà, però, dietro ai prestanome brasiliani e argentini si sarebbero nascosti cittadini italiani che in questo modo sono riusciti a dribblare le autorità. Il numero degli italiani rimasti nell’ombra sarebbe altissimo, circa 10mila. Ma ora si profila la possibilità di recuperare altre centinaia di milioni di euro. I file con i nomi di coloro che hanno depositato soldi nella Hsbc Private Bank di Montecarlo, Lussemburgo, Lugano, Zurigo, Guernsey e Jersey sono custoditi a Madrid. Ai magistrati italiani non resta che andarli a prendere”.