Su proposta dell’artista Maria Cristina Finucci, moglie dell’ambasciatore italiano in Spagna, Pietro Sebastiani, la terra ha simbolicamente un nuovo stato, il Garbage Patch State, cioè lo stato delle immondizie. In una cerimonia nella sede parigina dell’Unesco, presieduta dalla sua direttrice generale, Irina Bokova, e da Maurizio Serra, ambasciatore della delegazione dell’Italia presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite (nella foto con l’architetto Finucci), questa immensa “isola” di plastica ha ottenuto il riconoscimento di stato federale, provocazione per sensibilizzare le popolazioni sul tema della salvezza del Pianeta. Il Garbage Patch State, pur non comparendo su nessuna carta geografica e non avendo confini definiti, ha una capitale, Garbandia, una sua costituzione, un governo e una bandiera nazionale (azzurra, come il mare, con vortici rossi come quelli che sul Pacifico – ma anche nel mare dei Sargassi nell’Atlantico e nell’Oceano Indiano – hanno convogliato e riunito in cinque isole tonnellate di rifiuti portati dai fiumi o scaricati dalle navi). Il Garbage Patch è infatti un fenomeno di inquinamento tra i più gravi del pianeta: con il sole le plastiche tendono a liquefarsi, finendo col mescolarsi nel plancton che poi viene ingerito dai pesci, contaminando tutta la catena alimentare; milioni di pesci e gabbiani muoiono per avere inghiottito tappi. A dare una forma al nuovo Stato ci ha pensato Maria Cristina Finucci: per l’occasione l’artista ha realizzato, in collaborazione con l’Università Cà Foscari e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, ‘Wasteland’ (terra desolata, in riferimento al celebre poema di Thomas Steams Eliot), una marea di tappi di plastica colorata, imbrigliati da reti che dal padiglione dell’Università Ca Foscari, eletta sede del padiglione del Garbage Patch State, trapassano verso il Gran Canal, metafora e immagine dello straripare della plastica e dei rifiuti in tutti i mari e gli oceani del pianeta. All’interno del padiglione, la sua video-opera “ Dentro” , proiettata a 360°, darà allo spettatore la sensazione di essere immerso in un mare di plastica. L’opera sarà esposta durante il periodo della Biennale di Venezia, dal 29 maggio al 24 novembre, all’Università Ca Foscari. A settembre seguirà un’altra performance della Finucci al Museo MAXXI di Roma promossa dal MAXXI educational e dall’Università La Sapienza. E a dicembre sarà installata presso l’Università degli Studi Roma Tre.