Confermata la ripresa dell’economia spagnola nel secondo trimestre dell’anno, con una crescita del PIL dello 0,5%  e un conseguente posizionamento del tasso annuale in 1,2%, come sottolineato dal report trimestrale economico elaborato dal Servizio Studi della CEOE.  Tali  risultati sono confermati dal miglior andamento degli indicatori di fiducia, sia settoriali che del consumatore, dalla persistente – sebbene moderata – ripresa dell’attività industriale, dal miglioramento  degli indicatori al consumo (soprattutto con riferimento alla immatricolazione di automobili) e dai dati relativi  all’occupazione. Il miglioramento dei suddetti  indicatori potrebbe essere rallentato a causa dell’andamento delle importazioni, che, dalla fine del 2013, mostrano un notevole dinamismo , con conseguente impatto nei conti verso l’estero dell’economia spagnola. Nel primo quadrimestre, si è registrato un recupero delle  importazioni di  automobili, moto e beni durevoli. Quanto all’occupazione, in base ai dati degli iscritti alla Previdenza Sociale nel secondo trimestre 2014, si prevede  un aumento degli occupati (circa  300mila persone) con una diminuzione del  tasso di disoccupazione, che si prevede possa scendere al di sotto del 25%. L’economia spagnola non presenta attualmente spinte inflazionistiche:  si prevede che il tasso d’inflazione per l’anno in corso oscilli tra lo  0,1% e lo 0,3%. Le previsioni di crescita annuale del PIL – elaborate dalla  CEOE – per il 2014 e 2015  si mantengono rispettivamente intorno all’ 1,2% e all’ 1,8%. Viene però modificata la composizione della crescita, che si basa principalmente sulla  domanda interna piuttosto che sul  settore esterno. Tali previsioni sono tuttavia suscettibili di subire modifiche, al rialzo (nel caso si verifichi aumento della domanda interna nell’UE, creazione di nuovi posti di lavoro, miglioramento delle condizioni di finanziamento per imprese e famiglie, politica fiscale meno restrittiva con impatto positivo sul consumo privato) ma anche al ribasso, nel caso in cui si accentui l’instabilità finanziaria nei mercati emergenti, per paralisi o applicazione parziale delle riforme strutturali, lenta ripresa del mercato del lavoro, consolidazione di uno scenario di basso tasso di inflazione prolungato, con conseguente freno nella spesa di consumatori e di aziende. (fonte: Ambasciata d’Italia a Madrid)