Pensionati all’estero: chi paga le tasse deve aver diritto all’assistenza sanitaria italiana

costituzione“Le battaglie per noi residenti all’estero continuano”, annuncia Giuseppe Bucceri ideatore del Gruppo Pensionati Uniti all’estero, insieme con i coordinatori Giuseppe Daquanno, Eugenio Parise, Nedo Galli, Marinella Salvatori, Vito Fagiolino e Gabriele Cogodi. “Oggi – prosegue Bucceri- sono centinaia di migliaia le persone assistenza_sanitariache vivono stabilmente all’estero, regolarmente iscritte all’AIRE (l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero). Tra queste, voglio ricordare i pensionati ex Inpdap, cioè gli ex lavoratori del settore pubblico e assimilati che, pur continuando a corrispondere mediante decurtazione mensile sulla pensione le tasse dirette e indirette in Italia (compresi i balzelli dovuti al servizio sanitario nazionale), di fatto non possono avere un medico di base in Italia; non possono beneficiare dell’assistenza ospedaliera tramite S.S.N. (eccetto quella di emergenza) e neppure del ticket per l’acquisto dei medicinali”.

Giuseppe Bucceri ricorda che :

  • in base alla normativa vigente, l’iscrizione all’AIRE è obbligatoria da parte dei cittadini italiani che risiedono all’estero per un periodo superiore a 1 anno;
  • ai sensi dell’art. 32 della Costituzione italiana “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”;
  • in base all’art. 2 del D.M. 1 febbraio 1996, ai cittadini emigrati e ai titolari di pensione corrisposta da enti previdenziali italiani che rientrino temporaneamente in Italia, sono riconosciute, a titolo gratuito, solo le prestazioni ospedaliere urgenti e per un periodo massimo di 90 giorni per ogni anno solare, qualora gli stessi non abbiano una copertura assicurativa, pubblica o privata, per le suddette prestazioni sanitarie. (Per ottenere le prestazioni ospedaliere urgenti va sottoscritta una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà in cui si dichiara, oltre al proprio stato di emigrato, che non si ha una copertura assicurativa pubblica o privata contro le malattie);
  • ai sensi dell’art. 2033 del Codice civile “chi ha eseguito un pagamento non dovuto ha diritto di ripetere ciò che ha pagato. Ha inoltre diritto ai frutti e agli interessi dal giorno del pagamento, se chi lo ha ricevuto era in mala fede, oppure, se questi era in buona fede, dal giorno della domanda”; quindi se i cittadini non possono usufruire in Italia dei servizi sanitari pagati anticipatamente, le somme da loro corrisposte mediante tasse dirette ed indirette risulterebbero indebite ai sensi dell’art. 2033 del Codice Civile.

C_17_canaleCittadino_163_paragrafi_paragrafo_0_immagine“Per questo motivo – si fa portavoce Bucceri- noi del gruppo, in base all’art. 50 della Costituzione italiana, dell’art 227 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), dell’art. 44 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE, proponiamo la seguente petizione: che venga modificata la normativa vigente riguardante il diritto all’assistenza sanitaria in Italia per i cittadini italiani iscritti all’AIRE così da consentire a ciascun cittadino italiano che paga le tasse, dirette e indirette, di avere il diritto di poter usufruire del Servizio sanitario nazionale”.

6 thoughts on “Pensionati all’estero: chi paga le tasse deve aver diritto all’assistenza sanitaria italiana

  1. Se mi trasferisco in Portogallo dove mi dicono avrò una ritenuta minima sul mio importo lordo pensionistico, se non ho ritenute di sorta come posso avere assistenza sanitaria.

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