Sul web si possono cancellare dati vecchi

Imporre ai motori di ricerca di non segnalare articoli o fonti che riportano dati «vecchi o irrilevanti» sulla vita delle persone, nel caso dovesse arrivare una richiesta in tal senso degli interessati, avrà conseguenze profonde sulla rete. Tutto nasce da un caso piccolo, il pignoramento avvenuto in Spagna nel 1998 a danno di Mario Costeja Gonzales. Un immobile era stato venduto all’asta per debiti, ma ancora nel 2009 quando lui digitava il proprio nome su Google quella vicenda tornava a galla in cima ai risultati come fosse accaduta ieri. Gonzales ha chiesto che il link all’articolo venisse depennato dal motore di ricerca, visto che era vecchio e il procedimento si era concluso da anni. L’agenzia di protezione dati spagnola si è schierata con lui, Mountain View ha fatto appello e il tribunale spagnolo si è rivolto alla Corte di giustizia europea. Che ora ha emesso la sua sentenza: viene riconosciuta l’eccezione dell’interesse pubblico di un’informazione, e di conseguenza di un link se si tratta di notizia rilevante, ma il motore di ricerca diventa «responsabile del trattamento dei dati personali che appaiono su pagine web» come fosse un editore. La risposta di Google non si è fatta attendere. «È una sentenza deludente per i motori di ricerca e per gli editori online in generale», ha sottolineato il portavoce Al Verney in una nota. Ricordando l’opinione espressa lo scorso anno dall’avvocato generale della Corte di Giustizia europea, il finlandese Niilo Jaaskinen, secondo il quale Google & co non devono rispondere di quel che viene pubblicato da terze parti. Intanto online fioccano i commenti a favore e contro la sentenza. Alcuni fanno notare il pericolo di arbitrarietà che ne deriva e i rischi di censura. Ci si chiede chi deciderà cosa è “irrilevante” e cosa no. E soprattutto si fa notare che così sarà possibile nascondere più che far dimenticare. Su tutte Emma Carr, del Big Brother Watch, associazione britannica molto attiva sul fronte delle libertà online, che dalle pagine del Guardian sostiene che «il diritto all’oblio è sacrosanto, ma non può essere la scusa per riscrivere la storia». Dall’altra parte chi, come il commissario europeo per la Giustizia Viviane Reding, parla di riconoscimento di quei diritti sanciti dalla legge sulla protezione dati del 1995. Comunque la si voglia vedere, un passaggio epocale.

 

 

2 thoughts on “Sul web si possono cancellare dati vecchi

  1. …a volte ritornano…
    La voglia di censura sul web è sempre latente ma improponibile, una contraddizione in termini. È giusto che le regole tutelino il mercato in rete, l’ecommerce ecc, ma la memoria del web non deve fare sconti a nessuno e auguriamoci che resti così.
    Cancellare cosa, perché e a chi è una discrezione della quale conosciamo molto bene i “limiti”.

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